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Benvenuti a tutti i lettori. Questo blog nasce dalla voglia di creare un' agorà[chiamata:I RAGAZZI DI NELSON] dove poter discutere,riflettere e confrontarsi su argomenti che spaziano dalla cultura all'arte,dalla poesia alla musica,dalla storia alla filosofia,dalla quotidianeità alle domande che ogni giorno ci poniamo ma alla quale nessuno sa darsi una risposta.Tutto ciò per far si che in qualche modo si possa stuzzicare il genio di tante persone che non vogliono fermarsi solo alle apparenze e alle frivolezze che la società impone;ma andare oltre...verso qualcosa che chi ci sta intorno non può darci ma che possiamo trovare in un nostro simile lontano mille miglia da noi. Quindi crediamo in voi per realizzare questo sogno.Cordiali saluti. PS:accettiamo proposte su argomenti su cui volete discutere inviate una e-mail a horation4@gmail.com.

21 settembre 2010

....La vita?

"Ora andandovene imparate cosa significhi: io desidero bontà,non sacrifici,e la conoscenza di Dio più degli olocausti...."  ....La vita?Un continuo andare,partire,lasciare verso quel volto mai posseduto definitivamente....

2 commenti:

  1. "La vita?Un continuo andare, partire, lasciare verso quel volto mai posseduto veramente"... non appena l'ho letta centinaia di pensieri si sono dibattuti nella mia testa e tutti si risolvevano in un unico punto: ho sempre pensato che la vita è una continua ricerca, una ricerca che ci porta a conoscere noi stessi e gli altri attraverso gioie e dolori...e questa ricerca parte da noi e si conclude in noi. Ma leggendo la frase sopra riportata mi viene spontaneo chiedermi:"Se la nostra vita tende ad un volto mai posseduto definitamente, tende a un niente?o volendo essere più ottimisti, tende a qualcs di vero ma nella sua temporaneità?"

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  2. bella citazione, carica di spunti di riflessione. intanto l'incipit: "ora, andandovene..." racchiude una verità scomoda alla quale tutti siamo soggetti, il fatto cioè di non capire e apprezzare qualcosa o qualcuno fin quando non ci dobbiamo allontanare da questi. la vita, la salute, la nostra quotidianità come e quando apprezzarla se non quando siamo a un passo dal perderla?! e qui il secondo spunto di riflessione: si ama soltanto ciò che non si possiede completamente, come afferma il poeta. noi amiamo qualcuno nella sua libertà, nel suo essere diverso da noi, altrimenti ci creiamo un mito, quasi un deus ex machina pronto a colorare le nostre giornate, un incantesimo che dura molto poco... chi ama veramente non possiede ma chiede di integrarsi con te, nella libertà di diventare un noi,così si esplica la forma sublime dell'amore. anche Dio nel Suo amore ci lascia liberi di andare e, come il figlio prodigo, di tornare, sperimentando nelle nostre fasi di vita un continuo andare, partire e tornare verso un volto che non abbiamo mai visto, che non possediamo ma che, per chi crede, dà un senso all'esistenza... un volto che chiede come risposta l'andare verso il fratello bisognoso, in Sua rappresentanza. ma come si fa a rappresentare qualcosa che non si conosce? ecco dunque gli olocausti, tutte quelle forme di religiosità alla quale sono profondamente allergica, tutto diventa vano se fatto per dovere e non come risposta... la nostra vita tende a qualcosa di non posseduto e perciò eterno, perchè se fosse un nostro possesso, cesserebbe alla nostra morte. il fatto di essere libero da possessi lo rende sempre valido, una cima alla quale magari non si arriva ma che dà un senso alla nostra scalata.

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